Questo è il brano che mi attrae maggiormente, ormai si è capito.
Dopo tantissimi ascolti penso di aver trovato finalmente un’esatta chiave di lettura per questo capolavoro.
Il protagonista, quindi, immagina tutta la scena come se lei, la persona che ama e che desidera più di ogni altra cosa al mondo, stesse per arrivare davvero, lui immagina tutto il succedersi degli eventi fin nei minimi particolari …il campanello suona, lui le stringe la mano pazzo di felicità, lei entra, si siede, mangia, beve, va di là e se la ritrova in pigiama…e qui di sicuro immagina che si verifichi finalmente tutto quello che lui desidera da tanto, troppo tempo, tutto quello che con l’immaginazione ha già vissuto mille volte, milioni di volte e si immedesima a tal punto nella fantasia che gli sembra tutto vero…per un po’ si sente in estasi… quel grido non è di terrore, ma di liberazione, è un grido per sfogare tutto il suo desiderio troppo a lungo represso, tutta la sua frustrazione accumulata.
A un certo punto però c’è come un brusco risveglio, un ritorno alla realtà repentino e sconvolgente…si rende conto che non è vero niente, che è solo l’ennesima sua fantasia, che lei non c’è e non ci sarà mai…gli ultimi tre “Dio mio no!” accompagnati da quella musica così impressionante stanno ad indicare la morte nel cuore di questo poveretto…che non è la morte fisica, ma forse è pure peggio, anzi sicuramente è peggio….
A questo punto però mi sorge una domanda…perché è stato detto che quest’uomo è un po’ folle?
Se questa è la giusta chiave di lettura, allora mi sembra una persona normalissima…
Cara Antonella, riguardo a Passo flamenco, secondo me l’accostamento è perfettamente azzeccato perché anche lì credo sia tutta immaginazione. (ho indovinato, Pino?)
Cinzia innamorata di questo brano.