“…ho voluto questo libro, affinchè partissero anche dalle mie labbra sorgenti nuove per nuovi torrenti d'acqua smpre più limpida e fresca, in cui, ogni tanto, tuffarmi, per orientare i miei confini e sconfiggere le mie barriere. I paraocchi gettarli, i limiti capirli, viverli gli amori e capirne, senza nostalgie, i dolori del tempo che mi passa accanto rubando un po’ dei miei colori. Tutto questo è poesia.” Mango
Splendida introduzione del suo libro, dove credo sia racchiuso il senso profondo non solo della poesia, ma della vita stessa : non a caso la poesia viene accostata alla filosofia, come capacità di percepire il significato dell’esistenza, di ampliare gli orizzonti, di andare “oltre”, e di scoprire che un fine c’è ed è dentro di noi.
Vivere deve essere vivere fino in fondo, cercare e trovare il coraggio di mettersi in gioco, sfidare le frontiere delle convenzioni, per ritrovare la nostra origine e aprire gli occhi ogni giorno con lo stupore che accompagna ogni scoperta. E la scoperta siamo noi, che attraverso le gioie, i dolori, le frustrazioni, le delusioni, costruiamo mattone su mattone la nostra struttura interiore, quella stessa che ci consentirà anche di affrontare “il tempo che ci passa accanto rubando un po’ dei nostri colori”.
Lì dove la ragione non può arrivare, lì dove la vita è solo respirare, lì dove due più due fa sempre quattro, ci viene in soccorso la poesia, non come abilità di mettere insieme parole e dargli un senso, ma come sensibilità di esprimere un senso e dargli forma con le parole.
Ed è per questo che Pino ha smesso di cantare le canzoni scritte da altri: per quanto bellissime, non appartenevano più al suo mondo interiore, a quello che la sua anima vuole raccontare.
Ad un certo punto della nostra esistenza sentiamo il bisogno di “cantarla” noi la nostra vita, senza intermediari, di raccontare e raccontarci per quello che siamo e non per quello che gli altri si aspettano da noi. Condivido pienamente questa sua scelta, non solo per gli splendidi risultati, ma perché anch’io, per strade diverse, sto imparando a vivermi i miei limiti, a sconfiggere le mie paure e ad affrontare quel male di vivere che troppo spesso non ci consente di assaporare appieno il dono che abbiamo ricevuto.
Annapaola
Splendida introduzione del suo libro, dove credo sia racchiuso il senso profondo non solo della poesia, ma della vita stessa : non a caso la poesia viene accostata alla filosofia, come capacità di percepire il significato dell’esistenza, di ampliare gli orizzonti, di andare “oltre”, e di scoprire che un fine c’è ed è dentro di noi.
Vivere deve essere vivere fino in fondo, cercare e trovare il coraggio di mettersi in gioco, sfidare le frontiere delle convenzioni, per ritrovare la nostra origine e aprire gli occhi ogni giorno con lo stupore che accompagna ogni scoperta. E la scoperta siamo noi, che attraverso le gioie, i dolori, le frustrazioni, le delusioni, costruiamo mattone su mattone la nostra struttura interiore, quella stessa che ci consentirà anche di affrontare “il tempo che ci passa accanto rubando un po’ dei nostri colori”.
Lì dove la ragione non può arrivare, lì dove la vita è solo respirare, lì dove due più due fa sempre quattro, ci viene in soccorso la poesia, non come abilità di mettere insieme parole e dargli un senso, ma come sensibilità di esprimere un senso e dargli forma con le parole.
Ed è per questo che Pino ha smesso di cantare le canzoni scritte da altri: per quanto bellissime, non appartenevano più al suo mondo interiore, a quello che la sua anima vuole raccontare.
Ad un certo punto della nostra esistenza sentiamo il bisogno di “cantarla” noi la nostra vita, senza intermediari, di raccontare e raccontarci per quello che siamo e non per quello che gli altri si aspettano da noi. Condivido pienamente questa sua scelta, non solo per gli splendidi risultati, ma perché anch’io, per strade diverse, sto imparando a vivermi i miei limiti, a sconfiggere le mie paure e ad affrontare quel male di vivere che troppo spesso non ci consente di assaporare appieno il dono che abbiamo ricevuto.
Annapaola