Sarà la carne
Sarà la carne che un pò brucia il cuore.
Saranno i sensi tutti in cerca di te
altalenandosi l'un l'altro fino al dispiacersi
del non primeggiar totale.
Non uscirei mai da questa vita
pur di non recar loro danno,
ma certo è che sei tu il mio cielo
seduto su un prato.
Raccoglierò ogni vuoto importante,
lo riempirò con l'accorgermi di te.
Non ho bisogno d'altro,
se non del mio venire al mondo ogni minuto
e ogni mia voglia orientarle al tuo destino.
Capire il vento non vuol dire seguirlo
ma far spazio al suo passaggio.
Ti amo quando vieni su di me
a sconfinare l'attimo per renderlo immortale.
Ti amo quando cadi
solo se ti chiedo di cadere
e, d'appresso, ti convinci di volare
se io sono in volo.
Ti amo perchè perdi d'apparenza quando piango
e dimensioni il santo ed il profano
senza annegare in una lacrima
facile ad accaparrarsi il muro del non dire.
Quelli che sono i miei mulini
forse macineranno il tuo grano.
Il tuo volume si alzerà di colpo
e le note diverranno aghi di sartina.
Il ricucire sarà il concreto,
tra mani di segale e stoffe di panna.
Il soffrire, solo una pausa cercata,
come d'improvviso un fiorire di vespe da un buco,
tanto, poi passano altrove
a sanguinare di fresco pentimento.
L'ostaggio di un pensiero non riuscirà
a comprendere l'impeto di quel mare
che prova ancora a entrare in un bicchiere.
Io lo berrò quel mare
e tu con me.
Sarà la carne che un pò brucia il cuore.
Saranno i sensi tutti in cerca di te
altalenandosi l'un l'altro fino al dispiacersi
del non primeggiar totale.
Non uscirei mai da questa vita
pur di non recar loro danno,
ma certo è che sei tu il mio cielo
seduto su un prato.
Raccoglierò ogni vuoto importante,
lo riempirò con l'accorgermi di te.
Non ho bisogno d'altro,
se non del mio venire al mondo ogni minuto
e ogni mia voglia orientarle al tuo destino.
Capire il vento non vuol dire seguirlo
ma far spazio al suo passaggio.
Ti amo quando vieni su di me
a sconfinare l'attimo per renderlo immortale.
Ti amo quando cadi
solo se ti chiedo di cadere
e, d'appresso, ti convinci di volare
se io sono in volo.
Ti amo perchè perdi d'apparenza quando piango
e dimensioni il santo ed il profano
senza annegare in una lacrima
facile ad accaparrarsi il muro del non dire.
Quelli che sono i miei mulini
forse macineranno il tuo grano.
Il tuo volume si alzerà di colpo
e le note diverranno aghi di sartina.
Il ricucire sarà il concreto,
tra mani di segale e stoffe di panna.
Il soffrire, solo una pausa cercata,
come d'improvviso un fiorire di vespe da un buco,
tanto, poi passano altrove
a sanguinare di fresco pentimento.
L'ostaggio di un pensiero non riuscirà
a comprendere l'impeto di quel mare
che prova ancora a entrare in un bicchiere.
Io lo berrò quel mare
e tu con me.