L’urlo: già un titolo così fa tornare in mente il quadro di Munch, inquietante perché nessun abbraccio sembra colmare una solitudine di secoli, rappresentata bene da un “individuo” la cui testa è praticamente un teschio e la bocca è aperta ma è un buco nero, un abisso che sembra ringoiare a ritroso quell’urlo che invece sarebbe dovuto uscire e trapanare qualsiasi sordità di cuore e di mente.
E anche in questa poesia c’è un urlo ammutolito dal “nostro scivolare sul tempo”: il tempo come una superficie di ghiaccio, su cui è difficile rimanere in equilibrio; una dura barriera su cui si può solo, appunto, scivolare e in cui è difficile penetrare. Eppure quell’urlo c’è: di gioia o di dolore, non è dato saperlo. Il tempo è un isolante acustico, una barriera d’acciaio, fredda e dura, su cui l’urlo sbatte: ed è come se lasciasse la propria impronta su ciò che sembra l’invincibilità del tempo.
Ed è proprio questa forma dell’urlo impressa sull’acciaio del tempo che rimane:
ne rimane il disegno
dalla parte di dentro.
Un urlo che ormai più che da udire è da vedere: è lì, non puoi ignorarlo. E’ stampato per sempre sul rovescio del tempo: un’ottima mossa per giocare un controscherzo al destino. Il tempo forse continuerà pure a scivolare, ma ormai quell’urlo rimane, per tre volte: il numero magico dell’assunzione delle cose e degli eventi nella custodia del cuore.
d.Max
E anche in questa poesia c’è un urlo ammutolito dal “nostro scivolare sul tempo”: il tempo come una superficie di ghiaccio, su cui è difficile rimanere in equilibrio; una dura barriera su cui si può solo, appunto, scivolare e in cui è difficile penetrare. Eppure quell’urlo c’è: di gioia o di dolore, non è dato saperlo. Il tempo è un isolante acustico, una barriera d’acciaio, fredda e dura, su cui l’urlo sbatte: ed è come se lasciasse la propria impronta su ciò che sembra l’invincibilità del tempo.
Ed è proprio questa forma dell’urlo impressa sull’acciaio del tempo che rimane:
ne rimane il disegno
dalla parte di dentro.
Un urlo che ormai più che da udire è da vedere: è lì, non puoi ignorarlo. E’ stampato per sempre sul rovescio del tempo: un’ottima mossa per giocare un controscherzo al destino. Il tempo forse continuerà pure a scivolare, ma ormai quell’urlo rimane, per tre volte: il numero magico dell’assunzione delle cose e degli eventi nella custodia del cuore.
d.Max