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Monia » dom feb 10, 2008 1:42 am
Sono belle e forti entrambe le immagini…: quella dello scalatore, che a fatica raggiunge la cima, per poi comunque inseguirne un’altra e poi un’altra ancora, come ricerca di un percorso di vita ma anche come metafora di un innalzamento morale e spirituale, e quella del ruscello che appartiene necessariamente al suo pendio…
Sembrano immagini contrapposte forse, ma non è così…
Forse “rassegnarsi” al pendio può far pensare a qualcosa di passivo, ad una scelta subita…ma per me non significa questo…
Semplicemente vi leggo una diversità di natura: lo scalatore non può, per definizione, assecondare il pendio, mentre l’acqua non può , se non artificialmente, scalarlo!
Personalmente mi son sentita sia scalatore, che ruscello…
e forse per me era diventata “un’abitudine” proseguire in salita, combattere contro la mia stanchezza, perché credevo che quello fosse il mio “dovere”! Forse non mi ero accorta che i realtà ero “acqua” e che non potevo più, per nessuna ragione continuare a voler essere ciò che non ero, ma che forse, l’unico dovere verso me stessa era scivolare verso il mare….!
Ci è voluto coraggio per assecondare il mio corso al pendio: ma questa è la mia natura, non ho corde o piccozze per attaccarmi alla roccia, ma solo gocce inquiete che cantano e saltano sui ciottoli…!