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manu' » ven gen 09, 2015 12:55 am
Cara Laura, ho pensato molto a cosa scrivere, e mi rendo conto che qualsiasi parola possa sfiorare le mie labbra, qualsiasi pensiero possa attraversare la mia mente per confortare te Filippo e Angelina, non basterebbe, voi sapete di avere intorno un universo colmo di amore, non sarà di conforto e non potremo capire cosa vi manca di Lui, ma possiamo immaginare come vi sentite.
Io e mio marito siamo stati fans atipici, non amavamo essere troppo indiscreti, un giorno d'estate la fortuna ci ha fatto un regalo inaspettato; mio marito incontra Pino su un'area di servizio in Sicilia ( l'autista aveva parcheggiato sulle strisce per i disabili e Pino che parlava al telefono non se n'era accorto) il poliziotto spilungone alto due metri non aveva visto chi era il passeggero dell'auto e spiega all'autista che non si può, Pino scende dall'auto, si scusa e l'autista si becca di conseguenza la seconda ramanzina. Scambiano quattro chiacchiere, mio marito torna a casa tutto contento, Pino lo aveva invitato ai prossimi concerti ,gli avrebbe fatto piacere conoscermi e salutarci.... io che adoravo la sua musica ( avevo 10 anni quando venne nel mio paesino a cantare nel 1984, era il mio primo concerto, ora ne ho 38 ).
Quel giorno, e tutte le poche volte che riuscivamo a venire ai suoi concerti,per una sorta di pudore aspettavamo di incontrarlo un pò staccati dalla calca che si creava , e ogni volta ci faceva cenno " Ma che aspettate laggiù...venite" . Per questo siamo venuti a Lagonegro , quella frase riecheggiava nella testa, una invasione nel vostro mondo privato, ma in punta di piedi, quasi a disagio per aver disturbato il vostro dolore, per salutare, nel modo in cui non avremmo mai desiderato, l'artista, il poeta che ci ha accompagnati in momenti belli e anche brutti della nostra vita;
ma soprattutto l'uomo con cui abbiamo scambiato confidenze a proposito di nostre gioie e dolori reciproci, che ci ha consolati non solo con le sue canzoni, ma anche di persona, e con il quale abbiamo anche avuto il tempo di chiacchierare della musica internazionale (argomento preferito disputa sulle ultime produzioni di Peter Gabriel).
Ecco cosa ci rimane oltre al rimorso di aver rimandato pensando che di tempo ce ne sarebbe stato ancora.
Ti dissi Grazie quel pomeriggio, e te lo dico e te lo dirò ancora se avremo modo di rivederci.
Grazie per la bellezza che ci avete regalato, la lezione di umiltà e di saggezza che ci avete impartito, grazie per la speranza di assaporare insieme la stessa aria di musica.
Tu non ci conoscevi di persona, ma in quegli abbracci sinceri sospesa tra l'assurdità di quei tristi momenti e la stanchezza, ci hai comunque regalato un pezzetto di Voi, della vostra famiglia.
Adesso è tempo di aspettare che i frutti maturino, quest'anno per noi, e soprattutto per Voi, il dicembre degli aranci è stato molto amaro, ma sono sicura che nevicherà ancora; quei fiocchi sulle vostre e sulle nostre teste saranno una benedizione dal cielo, Zio Pino ( i nostri figli lo chiamano affettuosamente così, proprio perchè per noi è uno di famiglia) è fiero di voi, e noi siamo fieri di aver incrociato anche solo per un istante il suo e il vostro cammino.
Con Infinito affetto
Manuela e Stefano
(o come ci chiamava scherzosamente Pino) Gigante buono e consorte.